INDICE ARTICOLO
Che Cos’è
L’assenzio maggiore (Artemisia absinthium) è una pianta officinale, appartenente alla famiglia delle Asteraceae (Composite).
Si tratta di un arbusto di origine Europea, piuttosto comune nelle zone alpine.
- Si ritiene che il nome Artemisia derivi da Artemide, dea della fertilità, in riferimento alle proprietà emmenagoghe della pianta.
- Il termine absinthium deriva invece dal greco “pianta priva di diletto”, cioè amara.
Proprietà Medicinali
Le proprietà medicinali dell’assenzio sono note e utilizzate sin dall’antichità: sembra infatti che la pianta venga citata in un papiro egiziano del 1600 a.C.
Descritto nell’Europa medioevale come “il più importante maestro contro ogni esaurimento” , veniva utilizzato principalmente per curare le malattie dell’apparato digerente e le infestazioni da vermi 1.
Ancora oggi, l’assenzio viene usato in erboristeria come rimedio:
- eupeptico: per combattere digestione difficile, perdita di appetito e disturbi gastrointestinali minori;
- carminativo: favorisce l’eliminazione dei gas in eccesso dallo stomaco e dall’intestino.
Essendo una delle più note erbe amaricanti, l’Artemisia absinthium ha costituito uno dei principali ingredienti di aperitivi e vini aromatici digestivi.
In particolare, le foglie e i fiori dell’Assenzio sono conosciuti soprattutto come ingredienti per la preparazione di un liquore particolare, conosciuto, appunto, con il nome di assenzio.
Liquore di Assenzio
Questo liquore di colore verde (detto anche fata verde) divenne popolarissimo tra gli scrittori e gli artisti parigini tra la fine del XIX e l’inizio del secolo, e fu ispiratore del modo di vivere bohemiènne.
A causa dell’elevata gradazione alcolica, della presenza di α-tujone, ma soprattutto del contenuto di adulteranti e varie erbe tossiche, il liquore di assenzio produceva spiccati effetti psicoattivi, ricercati dagli artisti dell’epoca anche attraverso particolarissimi rituali d’assunzione.
L’uso cronico del liquore di assenzio produceva una sindrome chiamata “absintismo”, caratterizzata da dipendenza, ipereccitabilità e allucinazioni.
Tossicità
L’α-tujone (più tossico del β-tujone, anch’esso contenuto nella droga) ha effetti neurotossici
Per questo motivo, sebbene il liquore di assenzio sia legalmente venduto e consumato in Italia e in altre parti del mondo, la legislazione vigente impone di non superare una concentrazione massima di questa sostanza.
L’α-tujone è una molecola praticamente insolubile in acqua, quindi risulta pressoché assente nei preparati acquosi (tisane e infusi), mentre viene estratta molto bene dall’olio e dall’alcool, ed è presente nell’olio essenziale di assenzio.
Per questo motivo, il Ministero della Salute ha inserito l’olio dell’Artemisia absinthium nell’elenco delle sostanze e dei preparati vegetali non ammessi negli integratori alimentari.
L’EMA, valutando che consumi giornalieri nell’intervallo di 3-7 mg di tujone non causano particolari problemi per la salute umana, ha proposto una dose giornaliera complessiva di 6mg di tujone come limite di esposizione massima sicuro.
A Cosa Serve
Utilizzi tradizionali
L’Artemisia absinthium – noto in Italia come Assenzio Romano o Assenzio Maggiore – ha un uso tradizionale di lunghissima data 1:
- come descritto nel Papiro di Ebers, gli egiziani usavano la pianta come antisettico, stimolante e tonico, e come rimedio per febbri e dolori mestruali;
- Ippocrate raccomandava l’erba come cura per l’ittero;
- Nella sua opera "Historica Naturalis", Plinio descrive l’estratto di assenzio come un beneficio di lunga data contro i vermi gastro-intestinali;
- Plinio e Plutarco, nel 150 a.C. riferiscono come l’assenzio fosse utilizzato in qualità di insetticida per i campi, per disinfestare i cavoli dai bruchi;
- Dioscoride lo raccomandava contro pulci, tarme, cimici e topi;
- I Romani avevano l’abitudine di accogliere in Campidoglio gli atleti vincitori con una bevanda a base di assenzio, simbolo di salute per via delle qualità medicamentose;
- Nel Medioevo, la pianta era usata per sterminare le infestazioni da tenie (verme solitario), lasciando l’ospite umano illeso;
- Paracelso descrive l’assenzio come uno stomachico, anestetico, che agisce anche come profilassi contro il mal di mare;
- L’assenzio è noto per aiutare la digestione e come trattamento efficace per il mal di stomaco: Dioscoride, Galeno e Hildegard von Bingen ne descrivono l’utilità nel trattamento dei disturbi gastro-intestinali.
Usi Fitoterapici Attuali
Ancora oggi, l’assenzio è utilizzato in fitoterapia:
- come erba ad amari (amaro aromatico), per promuovere l’appetito in caso di gastrite (lieve), ipoacidità di stomaco e ipocloridria;
- nella cura dei sintomi dispeptici e delle digestioni lente e difficoltose, anche quando accompagnate a disagi intestinali o perdita di appetito;
- come eupeptico: sostanza di intenso sapore amaro che favorisce la digestione;
- come carminativo: favorisce l’eliminazione di gas dallo stomaco e dall’intestino.
L’assenzio è inoltre descritto come coleretico (capace di stimolare la secrezione biliare) ed epatoprotettivo (protegge e sostiene la salute del fegato).
Droga e Preparazioni
In fitoterapia si utilizzano le parti aeree della pianta, essiccate e ridotte in taglio tisana per la preparazione di infusi e decotti, oppure polverizzate e usate come ingrediente di specifici integratori.Meno utilizzate sono le tinture madri e il succo espresso, sempre ottenuti dalle parti aeree e diffusi soprattutto in Germania.
Principi Attivi
Caratterizzato da un colore verde argentato e da un sapore estremamente amaro, l’assenzio è una pianta aromatica, contenente:
- lattoni sesquiterpenici, che gli conferiscono il tipico gusto amaro;
- olio essenziale (0,2-05%) dalla composizione variabile, ma contenente in prevalenza β-thujone e in quantità inferiore α-thujone, da cui deriva la tossicità della pianta;
- sostanze amare: absintina;
- glucosidi flavonici, acidi fenolici e tannini.
Degna di nota è la presenza di artemisina, un lattone sesquiterpenico ad azione antinfiammatoria e attualmente tra i migliori trattamenti per la malaria 2.
Un altro notevole composto contenuto nell’assenzio è il camazulene, un sesquiterpene che agisce come potente antiossidante 3.
Olio Essenziale di Assenzio
A causa dell’alto contenuto di Tujone, l’olio essenziale di assenzio risulta tossico e non viene normalmente utilizzato in aromaterapia.
- Per uso interno, a bassissime concentrazioni, ha un’azione antispasmodica, ma a dosaggi più alti o se assunto per lunghi periodi agisce come un veleno convulsivante.
- Per uso esterno, ne è stratta descritta l’utilità nel trattamento di screpolature, scabbia e piaghe, grazie a proprietà cicatrizzanti e blandamente antibatteriche e antifungine.
L’impiego classico dell’olio essenziale di assenzio è quello profumiero, come ingrediente aromatico delle acque di colonia e come fragranza dei saponi.
Liquore d’Assenzio
Il liquore d’assenzio – o semplicemente assenzio – è un distillato ad alta gradazione alcolica (60-70°), di colore verde smeraldo o verde chiaro.
Questa popolare bevanda si ottiene dalla distillazione dei fiori e delle foglie dell’Artemisia absinthium e di altre piante.
Storia
L’inventore del liquore d’assenzio è stato il medico francese Pierre Ordinaire, che trasferitosi a Couvet, in Svizzera, iniziò a testare le proprietà medicinali dell’Artemisia absinthium.
Ordinaire distillò un liquore (circa 60°di volume alcolico) a base di assenzio – ma anche di anice, issopo, dittamo, acoro, melissa e svariate quantità di altre erbe comuni – che ben presto diventò un elisir molto conosciuto.
Il consumo della “fatina verde” (Fée Verte – così veniva chiamato il liquore d’assenzio a quei tempi) si diffuse rapidamente negli ambienti bohemiènne artistici parigini, al punto che la bevanda è ben descritta e rappresentata da artisti del calibro di Van Gogh, Toulouse Lautrec, Hemingway, Oscar Wild e Picasso.
Il liquore non veniva, di solito, bevuto “d’un fiato”, ma consumato dopo un rituale abbastanza elaborato nel quale uno specifico cucchiaio scanalato contenente un cubetto di zucchero era posto sopra un bicchiere, e dell’acqua ghiacciata veniva versata sopra di esso sino a raggiungere un volume pari a cinque volte quella del liquore.
Absintismo
L’assenzio era considerato la bevanda per eccellenza degli “artisti maledetti”, o meglio dei Simbolisti, in quanto la fusione simbolica delle sensazioni percettive differenti che essi proponevano nella loro arte poteva essere paragonata al presunto stato allucinatorio indotto dalla bevanda.
All’epoca, l’abuso del liquore a base di assenzio era infatti notoriamente associato all’insorgenza del cosiddetto “absintismo”, una sindrome caratterizzata da un’iniziale sensazione di benessere seguita da allucinazioni e convulsioni.
All’uso prolungato di assenzio veniva inoltre ascritta l’insorgenza di cecità, allucinazioni e deterioramento mentale.
Caratteristico è il caso di Vincent Van Gogh, che negli ultimi anni della sua vita ha sperimentato allucinazioni, che sono state attribuite alla psicosi da cui era affetto. In realtà, è stato verificato che l’artista era un forte bevitore di assenzio e aveva probabilmente sviluppato la sindrome dell’absintismo, presumibilmente responsabile dei comportamenti anomali assunti dall’artista.
L’insorgenza dell’absintismo è stata inizialmente ricondotta alla presenza di tujone, una nota neurotossina contenuta nell’olio essenziale di assenzio, che sembra avere un’azione psicoattiva GABA modulatoria, con riduzione dell’attività gabaergica.
Tuttavia, considerando i livelli non così elevati di tujone contenuti nelle ricette dell’epoca, attualmente si ritiene che l’absintismo fosse il risultato dell’abuso alcolico associato alla presenza di adulteranti (quali zinco o cloruro di antimonio) e di alcune erbe tossiche (come il tanaceto).
Legislazione e Consumo Attuale
La rapida ascesa della popolarità dell’assenzio in Europa fu ben presto seguita da un altrettanto rapida decadenza, e nei primi anni del ‘900 venne via via vietato dalle principali nazioni a causa di un vero e proprio fenomeno d’abuso collettivo.
Nel 1905 il caso dell’omicida Jean Lanfray, bevitore d’assenzio, venne fortemente strumentalizzato dalla propaganda proibizionista e già nel 1906 il consumo di assenzio venne bandito in Belgio; a seguire, venne bandito anche in Olanda, in Svizzera e infine in Francia nel 1914.
Dal 1988, l’Unione europea consente un livello massimo di tujone pari a:
- 0,5 mg/kg in cibi e bevande;
- 5 mg/kg nelle bevande alcoliche con meno del 25% di volume di alcol;
- 10 mg/kg di bevande alcoliche con più del 25% di volume di alcol;
- 35 mg/kg in alcolici etichettati come amari.
L’uso e la vendita di assenzio negli stati membri sono permessi all’interno di questo quadro normativo.
Il mito e la leggenda legati a questo liquore che profuma d’alchimia sostengono ancora oggi l’interesse di una nuova schiera di consumatori del liquore, spesso giovanissimi.
Tuttavia, occorre considerare che l’abuso di questo preparato è assolutamente pericoloso, sia a causa dei principi attivi (tujone) in esso contenuti, sia soprattutto a causa del suo elevato grado alcolico.
Studi e Proprietà
Sebbene l’assenzio sia stato e continui a essere usato per trattare perdita di appetito, indigestione, disturbi alle vie biliari e altri problemi gastrointestinali, mancano dati clinici a supporto di questi usi.
Anche per l’utilizzo come agente antiparassitario e antielmintico, non esistono studi clinici pubblicati che ne valutino l’efficacia.
Gli studi sperimentali, eseguiti in vitro e su modelli animali, sono molto limitati, ma i dati pubblicati sembrano avvallare il tradizionale utilizzo medicinale della pianta.
Digestione
La monografia pubblicata dall’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA), consiglia di utilizzare l’assenzio nella perdita temporanea di appetito, nella dispepsia lieve (cattiva digestione) e nei disturbi gastrointestinali.
Questa indicazione si basa su un uso tradizionale consolidato della pianta, che l’EMA raccomanda per non più di 2 settimane consecutive 4.
Anche secondo l’ESCOP (European Scientific Cooperative on Phytotherapy) l’assenzio può essere utilizzato nei disturbi digestivi e per combattere la perdita di appetito.
ESCOP raccomanda di non utilizzare l’erba per un periodo superiore a 3-4 settimane 5.
Uno studio clinico suggerisce che l’azione eupeptica dell’assenzio potrebbe dipendere da un aumento dell’afflusso di sangue allo stomaco durante la digestione 6.
Morbo di Crohn
Due diversi studi clinici hanno trovato effetti favorevoli degli estratti di assenzio nella remissione dei sintomi del morbo di Crohn 7, 8.
In uno di questi studi, il regime di trattamento farmacologico è stato integrato con polvere di assenzio (250 mg di estratto 3 volte al giorno).
Dopo 6 settimane, l’80% dei pazienti trattati con polvere di assenzio ha ottenuto la remissione, rispetto al 20% delle persone nel gruppo di controllo (solo trattamento farmacologico). Inoltre, si è ridotto il marker di infiammazione TNF-α e anche l’umore dei pazienti è migliorato 8.
In un altro studio, a 20 persone che assumevano quotidianamente il farmaco prednisone per il morbo di Crohn è stata somministrata una miscela di erbe con assenzio (3 x 500 mg/die) per 10 settimane 7.
Dopo 8 settimane, il 65% dei partecipanti che assumevano l’assenzio ha avuto la remissione dei sintomi di Crohn, rispetto allo 0% nel gruppo placebo di 20 persone. Ciò è continuato fino alla fine del periodo di osservazione di 20 settimane.
Ulcere dello Stomaco
In uno studio, gli estratti delle parti aeree e delle radici di assenzio sono stati somministrati ai roditori prima e dopo l’acido acetilsalicilico (noto farmaco gastrolesivo).
In questo modo si è potuta apprezzare una potenziale attività antiulcera dell’assenzio, basata sulla riduzione del volume del succo gastrico, della secrezione di acido gastrico e pepsina, e del tasso di digestione 9.
Salute del Fegato
Uno studio sui ratti ha evidenziato che l’estratto acquoso-metanolico di assenzio, somministrato per via orale alla dose di 500 mg/kg, è in grado di esercitare sui roditori un’azione preventiva e curativa nei confronti del danno epatico indotto da paracetamolo e da tetracloruro di carbonio 10.
Ad esempio, mentre il paracetamolo da solo ha indotto la morte del 100% dei topi, il gruppo pretrattato con 500mg/kg di assenzio ha fatto registrare una sopravvivenza dell’80%.
In un altro studio, un estratto etanolico secco di assenzio è stato somministrato a 15 pazienti con disturbi epatici attraverso un tubo duodenale, rilevando – rispetto ai valori basali – un aumento della secrezione di lipasi (+163 – 647%), bilirubina (+55 – 170%), colesterolo (+ 35 – 101%) e α-amilasi (+ 22 – 72%). L’aumentata secrezione di bilirubina e colesterolo, lipasi e α-amilasi era di lunga durata 11.
Dolore e Proprietà Analgesiche
L’assenzio è stato a lungo studiato per le sue proprietà analgesiche e antinfiammatorie 12, 13, 14.
In uno studio di 4 settimane su 90 adulti con artrosi del ginocchio, l’applicazione di un unguento per la pelle contenente il 3% di assenzio (estratto in acido acetico) 3 volte al giorno ha contribuito a migliorare sia i livelli di dolore che la funzione fisica. Tuttavia, non ha ridotto la rigidità articolare 14.
Neuroprotezione
Gli antiossidanti dell’assenzio, come il camazulene, possono combattere lo stress ossidativo associato a diverse malattie cronico-degenerative, come cancro, malattie cardiache, Alzheimer e altri disturbi 15, 16, 17, 18.
Studi preliminari sugli animali indicano che gli estratti di A. absinthium possono essere un potenziale agente nella prevenzione dell’ictus 16.
I risultati di un altro studio hanno evidenziato l’attività antinfiammatoria e neuroprotettiva del dimero sesquiterpenoid caruifolina D presente nell’assenzio 20.
Oltre a proteggere dal danno neuronale, gli attivi dell’assenzio potrebbero anche favorire la crescita delle cellule nervose 21.
Gli estratti di assenzio hanno anche limitato i danni neuronali indotti dall’esposizione a metalli pesanti come piombo e mercurio 22, 23.
Attività antisettica e Antielmintica
L’assenzio è stato usato per curare i vermi intestinali fin dall’antico Egitto. Questa proprietà antiparassitaria è stata attribuita al tujone 12, 24.
In particolare, l’assenzio ha dimostrato di esercitare un effetto antielmintico nei confronti di organismi quali: Trichinella spiralis, Ascaris suum, Trichostrongylus colubriformis e Haemonchus contortus 25, 26.
Sono stati inoltre condotti studi clinici sull’efficacia dell’assenzio nell’amebiasi causata da Entamoeba histolytica (ameba che causa la dissenteria).
A 25 pazienti con amebiasi intestinale è stata somministrata una capsula da 500 mg di assenzio in polvere 3 volte al giorno per 15 settimane. Il rimedio ha portato sollievo nei vari stadi della malattia e nel 70% dei pazienti è stata raggiunta la completa eradicazione del parassita 27.
Modo d’uso
Applicazioni Fitoterapiche
Si consiglia di seguire le indicazioni del medico, del farmacista, dell’erborista o comunque del produttore riportate nell’etichetta o nel foglio illustrativo del prodotto.
Preparazioni erboristiche tradizionali
Per le preparazioni erboristiche tradizionali, le dosi indicative sono pari a 4.:
- Sostanza vegetale sminuzzata in compresse: assumere 3 volte al giorno 760 mg di sostanza vegetale (per un totale di 2,28 g al giorno); indicata per il trattamento di disturbi dispeptici quali spasmi gastrointestinali minori, pienezza gastrica e flatulenza.
- Sostanza vegetale sminuzzata per la preparazione di tisane: assumere 2-3 volte al giorno un infuso preparato con 1g di preparato (per un totale di 2-3g al giorno); indicata per il trattamento di disturbi dispeptici quali spasmi gastrointestinali minori, pienezza gastrica, flatulenza e disturbi funzionali delle vie biliari (assumere come aperitivo-eupeptico 30 minuti prima dei pasti; per tutte le altre indicazioni, assumere dopo i pasti).
Durata del trattamento
ESCOP raccomanda di non utilizzare l’erba per un periodo superiore a 3-4 settimane 5.
Contrariamente alle raccomandazioni ESCOP, l’EMA specifica la durata massima di utilizzo in 2 settimane 4.
Avvertenze
- Non superare la dose giornaliera consigliata in etichetta o nel foglio illustrativo del prodotto.
- L’Assenzio e gli altri integratori non vanno intesi quali sostituti di una dieta variata, equilibrata e di un sano stile di vita.
- Tenere fuori dalla portata dei bambini di età inferiore ai 3 anni.
- Se durante l’uso del prodotto dovesse notarsi un peggioramento dei sintomi, consultare un medico o un operatore sanitario qualificato.
- L’assunzione di Assenzio in presenza di situazioni particolari o se si sta seguendo una terapia farmacologica è consigliata sotto controllo del medico che, conoscendo approfonditamente il quadro clinico del Paziente, saprà dare i migliori consigli.
Controindicazioni
L’Assenzio Fa Male?
Non esistono controindicazioni all’uso di Assenzio in soggetti adulti in buono stato di salute, salvo la presenza di reazioni di ipersensibilità individuale ai suoi componenti.
Non somministrare in caso di allergia accertata alle Asteraceae (Compositae).
Consultare il medico prima di utilizzare assenzio in presenza di occlusioni delle vie biliari (es. calcoli alla cistifellea) o altre condizioni di sofferenza della colecisti e/o delle vie biliari.
L’utilizzo in gravidanza, allattamento e al di sotto dei 18 anni deve ritenersi controindicato.
L’American Herbal Products Association ha assegnato l’assenzio alla classe 2b (non usare in gravidanza), 2c (non usare durante l’allattamento) e 2d (non usare per lunghi periodi e non superare la dose consigliata).
Data la capacità della droga di aumentare la secrezione clorido-peptica dello stomaco, possono comparire disturbi gastrici da iperacidità.
Cautela quindi nell’utilizzo di assenzio in soggetti affetti da ulcera peptica o gastrite.
Interazioni Farmacologiche
Il thujone stimola il cervello ed è noto per causare convulsioni. L’assenzio può anche ridurre l’efficacia dei comuni farmaci antiepilettici, come il gabapentin e il primidone 12, 29.
Negli animali da laboratorio, gli estratti di assenzio sono in grado di esercitare un effetto inibitorio sugli enzimi microsomiali epatici e possono prolungare il sonno indotto dal pentobarbital e incrementare la tossicità della stricnina
Poiché il tujone contenuto nell’assenzio può ridurre l’efficacia clinica del fenobarbital, con un meccanismo non ancora chiarito, l’associazione con tale farmaco sarebbe da evitare.
L’assunzione di assenzio con il farmaco per le malattie cardiache warfarin può causare sanguinamento intestinale 30.
Effetti Collaterali
Alte dosi di assenzio possono causare disturbi digestivi, insufficienza renale, nausea, vomito e convulsioni. Tuttavia, è improbabile che si verifichino questi effetti collaterali se l’assenzio viene assunto alle normali dosi terapeutiche 31, 32.
Il consumo eccessivo di tujone è tossico ed è stato collegato a convulsioni e persino alla morte 12.
A causa di questa neurotossicità, sono assolutamente da preferire prodotti con un basso contenuto di tujone.
A tal proposito sembra che dosi basse di tujone (dell’ordine di 1,5-3,85 mg) abbiano effetti nulli o molto scarsi mentre dosi più elevate (15 mg) possono chiaramente influenzare l’attività del sistema nervoso centrale.
L’assenzio è anche tossico per i reni e può aumentare il rischio di insufficienza renale 33, 32.