INDICE ARTICOLO
Generalità
Le creme solari vengono raccomandate per proteggere dalle scottature e dal cancro della pelle.
La loro azione protettiva è legata alla presenza di filtri solari, che assorbono/riflettono i raggi UV, impedendo che danneggino la pelle.
Tuttavia, una parte di questi raggi solari – in particolare gli UVB – risulta fondamentale per la sintesi cutanea di vitamina D.
Esiste pertanto una diffusa preoccupazione che l’uso delle creme solari possa aggravare la già dilagante carenza di questa vitamina.
Secondo un articolo scientifico, l’irraggiamento solare UVB moderato rimane un’importante fonte di vitamina D e i suoi benefici per la salute superano notevolmente i rischi 1.
Carenza di Vitamina D
La vitamina D viene prodotta dall’organismo in seguito all’esposizione della pelle alla luce solare.
Inoltre, si può trovare in alimenti come pesce, funghi e uova. Tuttavia, le assunzioni dietetiche medie nella popolazione sono molto inferiori ai livelli raccomandati.
Pertanto, il contributo dell’esposizione solare e/o di eventuali integratori risulta fondamentale, soprattutto negli anziani.
Purtroppo, rispetto al passato, le persone trascorrono meno tempo all’aperto e, quando escono, spesso indossano la protezione solare (che riduce fortemente la capacità del corpo di produrre questa vitamina).
È stato stimato che dal 20 all’80% delle persone negli Stati Uniti, Canada, Messico, Europa, Medio Oriente e Asia hanno una carenza più o meno grave di vitamina D 60, 61, 62.
Filtri Solari
I filtri solari sono stati progettati per assorbire principalmente la radiazione solare UVB, che è quella maggiormente associata alle scottature solari 2.
Ad esempio, il famoso fattore di protezione solare (SPF), si riferisce unicamente alla protezione dai raggi UVB.
Tipo di radiazione solare | Proprietà | Benefici | Rischi da Eccesso |
Raggi ultravioletti A (UVA) | Penetra negli strati profondi della pelle. Attraversa il vetro delle finestre. |
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Raggi ultravioletti B (UVB) | Penetra nell’epidermide. Attraversa parzialmente il vetro delle finestre. |
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Le Creme Solari Riducono la Sintesi di Vitamina D?
La riduzione della sintesi di vitamina D nella pelle, quindi dei suoi livelli plasmatici, può dipendere dall’uso frequente o estensivo di filtri solari.
Pertanto, si teme che un uso eccessivo di creme solari possa portare a una carenza di questa vitamina.
Studi Preliminari
Una crema solare con fattore di protezione (SPF) di 30 assorbe circa il 97% della radiazione solare UVB.
Pertanto, l’applicazione topica di una crema solare con un SPF di 30 riduce del 95-98% la sintesi di vitamina D3 3.
In uno studio, l’applicazione di una crema solare a bassa protezione (SPF 8) ha ridotto drasticamente il livello ematico di vitamina D3 dopo l’esposizione alla luce UV in un lettino abbronzante 2, 4.
Grado di Protezione | SPF |
Basso | 2-6 |
Medio | 8-15 |
Alto | 15-30 |
Molto Alto | 30-50 |
Ultra | 50+ |
Gli agricoltori del Midwest con una storia di cancro della pelle non melanoma, che per più di un anno hanno sempre indossato una protezione solare prima di uscire all’aperto, hanno dimostrato che alla fine dell’estate i loro livelli ematici di vitamina D erano significativamente inferiori (e per la maggior parte carenti) rispetto ai livelli del gruppo di controllo 4.
In uno studio, una crema solare con SPF15 a elevata protezione UVA ha consentito una migliore sintesi della vitamina D rispetto a un prodotto con analogo SPF ma a bassa protezione UVA. Probabilmente, concentrandosi sul blocco dei raggi UVA, aumenta la quantità di raggi UVB che raggiunge la pelle per la sintesi di Vitamina D 5.
Revisioni e Pareri degli Esperti
Nel loro complesso, gli studi sugli effetti inibitori dei filtri solari sulla sintesi cutanea di vitamina D hanno fornito risultati contrastanti.
Infatti, i dati di molti studi suggeriscono che l’uso di filtri solari durante i mesi estivi permette di ricevere una quantità sufficiente di luce solare per consentire un’adeguata sintesi di vitamina D 6.
Due fattori sono stati proposti come possibili spiegazioni:
- le persone in genere applicano la protezione solare in modo non ottimale durante i periodi di esposizione al sole (ad esempio scegliendo una protezione troppo bassa, non applicando abbastanza crema, o non riapplicandola a intervalli regolari).
In questo modo i raggi UVB potrebbero facilmente raggiungere aree della pelle dove la protezione solare è assente o dove la copertura è insufficiente. - Sebbene la protezione solare blocchi la maggior parte dei raggi UVB, questa sua protezione non è assoluta.
Poiché non serve un’elevata quantità di UVB per avviare la produzione di vitamina D nella pelle, è possibile che anche basse quantità di radiazioni solari possano essere sufficienti a tale scopo.
Si conclude che, sebbene i filtri solari possano ridurre fortemente la produzione di vitamina D in condizioni molto strettamente controllate, il loro "uso normale" non comporta generalmente un’insufficienza di vitamina D 7, 8.
In definitiva
La protezione solare previene le scottature bloccando la luce UVB.
In teoria, questo significa che l’uso di creme solari riduce la sintesi cutanea di vitamina D. Tuttavia, in pratica, pochissime persone mettono abbastanza crema solare per bloccare tutta la luce UVB, oppure la usano in modo irregolare.
Pertanto, nonostante l’uso della protezione solare, la sintesi cutanea di vitamina D potrebbe essere adeguata per la maggior parte delle persone.
Appare tuttavia evidente che tale sintesi risulterebbe insufficiente nelle persone che si espongono poco al sole e che, nelle rare occasioni in cui lo fanno, usano filtri solari ad altissimo fattore di protezione 8.
Pericoli dell’Eliofobia
Un’esposizione solare eccessiva o inadeguata aumenta il rischio di:
- Scottature solari e danni alla pelle 9, 10;
- Invecchiamento cutaneo 11;
- Colpo di sole (colpo di calore) 12;
- Lesioni oculari (ad es. cataratta, fotocheratiti, fotocongiuntivite) 13;
- Cancro della pelle 14.
Tuttavia, dare troppa enfasi ai danni del sole rischia di produrre un danno – anziché un beneficio – alla salute pubblica. Secondo alcuni Autori, infatti, l’insufficiente esposizione solare è un problema emergente per la salute pubblica 15.
Prima di tutto, l’eccessivo timore nell’esporsi al sole (eliofobia) gioca un ruolo importante nella pandemia di carenza di vitamina D. A loro volta, bassi livelli di vitamina D per evitamento del sole aumentano la mortalità per tutte le cause 16.
Occorre anche considerare che la luce solare ha innumerevoli benefici per la salute, che vanno ben oltre la semplice sintesi di vitamina D.
Mentre le scottature solari sono state associate a un raddoppio del rischio di melanoma 17, l’esposizione al sole cronica non scottante e le attività all’aperto sono state associate a una riduzione di tale rischio 17, 18, 19, 20, 21, 22, 23, 24.
Specificati nel dettaglio nel nostro articolo dedicato ai benefici del sole, i vantaggi di un’esposizione solare adeguata e non scottante includono:
- aumento dei livelli di vitamina D;
- riduzione della mortalità per tutte le cause 25, 26, 27, 16;
- riduzione del rischio di almeno 14 tipi di cancro 1, 28, 29;
- riduzione del rischio di diabete, sia di tipo 1 che di tipo 2 30, 31, 32, 33, 34;
- protezione dalle malattie cardiovascolari 30, 35, 36;
- riduzione del rischio di patologie autoimmuni 37, 38;
- miglioramento dell’umore 39, 40, 41, 42;
- migliore salute delle ossa e prevenzione dell’osteoporosi 43;
- prevenzione della carie dentale 44, 45, 46, 47;
- migliore efficienza del sistema immunitario 48, 49, 50, 51;
- prevenzione delle malattie neurodegenerative (come Alzheimer e Parkinson) e supporto nel loro trattamento 52, 53, 54, 55.
Usare o Non Usare la Protezione?
Per la maggior parte delle persone, livelli adeguati di vitamina D possono essere raggiunti attraverso regolari e brevi intervalli di esposizione alla luce solare.
I bianchi con pelle chiara (fototipo di tipo II) che vivono a 40° di latitudine (più o meno all’altezza della Basilicata) possono ottenere il fabbisogno annuale di vitamina D trascorrendo senza protezione solare 56:
- circa 15 minuti al sole tra le 11:00 e le 15:00
- con viso, braccia e gambe esposti (metà del tempo se in costume da bagno)
- 2 o 3 volte a settimana
- nei mesi da maggio a ottobre.
Le persone che vivono a latitudini superiori (più a nord) necessitano di tempi di esposizione superiori, così come gli individui con pelle scura o gli anziani.
Occorre tuttavia considerare che lunghi periodi di esposizione al sole senza protezione aumentano il rischio di scottature. Inoltre, non portano necessariamente a una maggiore produzione di vitamina D.
Infatti, i raggi UVB in eccesso alla fine portano alla degradazione della vitamina D nella pelle, rendendola inattiva 57. Si tratta di un meccanismo di sicurezza che aiuta l’organismo a proteggersi contro la tossicità da eccesso di vitamina D.
Ci sono quindi dei livelli sani e moderati di esposizione al sole che andrebbero incoraggiati e altri che andrebbero evitati.
Se l’esposizione solare è intensa e prolungata, l’uso della crema solare è assolutamente necessario.
Soprattutto i bambini e gli individui con pelle molto chiara dovrebbero fare molta attenzione a proteggere la loro pelle durante le ore centrali, indossando un filtro solare adeguato al proprio fototipo e alla regione geografica in cui ci si trova.
Indice UV
Nei bollettini meteo viene spesso riportato l’indice UV (indice di radiazioni ultraviolette), che va da 0 a 10.
Indicativamente, quando l’indice UV previsto è 3 o superiore, il tempo massimo per il quale ci si può esporre al sole senza protezione è di 58, 59:
- 10 minuti per le persone con fototipo 1 o 2;
- 15 minuti per le persone con fototipo 3 o 4;
- 30 minuti per le persone con fototipo 5 o 6;
Questi pochi minuti sono sufficienti per un’ampia sintesi cutanea di vitamina D.
Quando si prevede di rimanere esposti al sole per lunghi periodi, è bene applicare fin da subito la crema solare protettiva, in quanto nonostante la sua azione schermante, i lunghi tempi di esposizione garantiscono comunque un’adeguata sintesi cutanea di vitamina D.