INDICE ARTICOLO
Cos’è
Il cosiddetto film idrolipidico è un sottile strato protettivo che riveste la superficie cutanea.
È conosciuto anche come mantello idrolipidico o mantello acido (per il suo pH leggermente acido – 5,5).
Le sue funzioni sono essenzialmente protettive:
- protezione dalla disidratazione;
- protezione dagli agenti esterni (microbi, fattori ambientali);
- protezione dallo sporco (conferisce alla pelle un’azione autopulente).
Funzioni
L’integrità del mantello idro-lipidico è fondamentale per:
- mantenere la pelle morbida e idratata;
- proteggere l’organismo dai microrganismi esterni;
- ridurre il rischio di insorgenza di infezioni;
- regolare l’assorbimento e l’escrezione di sostanze attraverso la pelle;
- lubrificare la cute;
- conferire l’odore corporeo.
Il film idrolipidico trattiene l’acqua che viene trasferita sulla superficie cutanea con la sudorazione, "intrappolandola" in una sorta di emulsione fisiologica. In altri termini aiuta a ridurre la TEWL.
TEWL è l’acronimo di Trans Epidermal Water Loss, un parametro che quantifica la perdita di acqua trans-epidermica.
Entro certi limiti, si tratta di un fenomeno fisiologico: l’acqua risale dal circolo sanguigno agli strati cutanei più profondi (derma) e da qui fino a quelli più superficiali (strato corneo), evaporando nell’ambiente.
Poiché non ci rendiamo conto di questo fenomeno, si parla comunemente di “perspiratio insensibilis” ovvero di traspirazione non percettibile.
In assenza del film idrolipidico, le perdite idriche attraverso la TEWL sarebbero di gran lunga superiori a quelle fisiologiche.
Composizione
Il film idrolipidico è composto in prevalenza da lipidi (95%) e in misura inferiore da "acqua" (5%).
La fase acquosa del film idrolipidico è costituita essenzialmente dal sudore prodotto dalle ghiandole sudoripare; è principalmente responsabile del mantenimento del livello di acidità della pelle. Inoltre, i suoi soluti hanno funzioni igrosopiche, catturando e trattenendo l’acqua.
La fase oleosa del film idrolipidico è costituita da lipidi, in gran parte di origine sebacea e in misura nettamente inferiore cheratonicitaria.
Il sebo umano è una miscela di lipidi non polari, principalmente trigliceridi, esteri cerosi, squalene e acidi grassi, e in minori quantità colesterolo, esteri di colesterolo e digliceridi.
I lipidi del mantello acido vengono prodotti soprattutto dalle ghiandole sebacee e in misura inferiore dalle cellule dell’epidermide (cheratinociti).
I lipidi prodotti dai cheratinociti sono una miscela di proporzioni quasi uguali di acidi grassi liberi, colesterolo e ceramidi. Questi lipidi riempiono gli spazi tra le cellule, come malta o cemento.
In base alle differenti regioni del corpo, e alla relativa densità delle ghiandole sebacee, la composizione del film idrolipidico può quindi cambiare leggermente.
Ad esempio, il sebo prodotto nell’orecchio e più ricco di cere ed esteri a catena lunga (non a caso prende il nome di "cerume").
Composizione del sebo umano e dei lipidi epidermici 1 | ||
Lipidi del sebo (%) | Lipidi Epidermici (%) | |
Gliceridi | 30-50 | 30-50 |
Acidi Grassi Liberi | 15-30 | 8-16 |
Esteri Cerosi | 26-30 | – |
Squalene | 12-20 | – |
Esteri del Colesterolo | 3-6 | 15-20 |
Colesterolo | 1,5-2,5 | 20-25 |
La ghiandola sebacea produce alcune tipologie uniche di lipidi, che al di fuori della pelle non possono essere trovate in altri tessuti.
L’elevata escrezione di sebo è uno dei principali fattori coinvolti nella fisiopatologia dell’acne. Non a caso, le aree ricche di ghiandole sebacee (fronte, parte superiore del torace e dorso) sono le zone in cui si manifestano elettivamente le lesioni acneiche.
D’altronde, il sebo è un problema anche quando ce n’è troppo poco. L’impoverimento del mantello idrolipidico è in genere la causa più comune di pelle secca e irritata.
Lipidi Sebacei
Acido Sapienico
L’acido grasso predominante del sebo è l’acido sapienico, che non si trova in nessun’altra parte del corpo umano.
Inoltre, gli esseri umani non lo ottengono dalla dieta poiché sono state segnalate pochissime specie vegetali capaci di produrre questo insolito acido grasso.
Esteri Cerosi
Rappresentano circa il 25% dei lipidi sebacei.
In natura agiscono come strati protettivi per foglie e frutti di piante o pelle, piume e peli di animali. Sono più resistenti all’ossidazione, all’idrolisi e al calore rispetto ai trigliceridi e ai fosfolipidi. Inoltre, servono anche per la lubrificazione.
Nel sebo umano, le proprietà fisico-chimiche dei cristalli di cera hanno dimostrano insolite proprietà autopulenti della superficie, che respingono non solo l’umidità, ma insieme all’acqua allontanano qualsiasi tipo di invasore fisico o biologico. Questo fenomeno è stato definito come “effetto loto” 2.
Squalene
È un precursore del colesterolo, un lubrificante naturale che ha un’alta efficienza di penetrazione.
Sembra avere un ruolo importante nella protezione UV, ma anche dall’irritazione cutanea.
Dal momento che lo squalene è instabile, nei prodotti cosmetici viene impiegato maggiormente lo squalano.
Squalano e squalene esibiscono proprietà simili:
- proteggono la cute grazie alla capacità di rigenerare il film idrolipidico cutaneo, che impedisce l’aggressione da parte degli agenti esterni;
- idratano la pelle, riducendo l’evaporazione dell’acqua dagli strati epidermici più profondi (Trans Epidermal Water Loss).
Altri Componenti
Il sebo contiene anche antiossidanti lipofili come la vitamina E (oltre al coenzima Q10), importanti nel proteggere la pelle dall’ossidazione dei lipidi.
Occorre anche notare che dopo la sua sintesi, il sebo umano va incontro a un importante opera di trasformazione per mezzo degli enzimi e della flora microbica presenti sulla superficie cutanea.
Lipidi Epidermici
Pur essendo nettamente minoritari all’interno del film idro-lipidico, i lipidi epidermici di origine cheratinocitaria svolgono un ruolo essenziale nella funzione barriera della pelle.
Questi lipidi forniscono una barriera contro il movimento di acqua ed elettroliti, e contro l’invasione di microrganismi.
Cementano infatti le cellule dei cheratinociti, che costituiscono lo strato più superficiale dell’epidermide.
Sono composti da proporzioni uguali di ceramidi, colesterolo e acidi grassi liberi, fornendo limitazioni fondamentali al movimento di acqua ed elettroliti.
La suddetta miscela lipidica proviene da strutture uniche chiamate corpi lamellari, prodotte dai cheratinociti e contenenti anche enzimi idrolitici necessari per la desquamazione cutanea.
Ceramidi
Dal punto di vista chimico, le ceramidi sono formate da una base sfingoide (sfingosina o fitosfingosina), legata a un acido grasso tramite legame ammidico.
Nello strato corneo, le ceramidi occupano gli spazi interstiziali tra le cellule cementandole tra loro e contribuendo a mantenere integra la barriera cutanea.
Le ceramidi dello strato corneo svolgono un ruolo fondamentale nel:
- prevenire la perdita di acqua transepidermica,
- mantenere l’idratazione e l’elasticità cutanea,
- prevenire l’ingresso di sostanze dannose.
Le ceramidi vengono impiegate in cosmesi per ripristinare e mantenere integra la barriera cutanea (mantello idrolipidico).
Fase Acquosa
La fase acquosa del film idrolipidico è definita come NMF (natural moisturizing factor) ed è composta da tutte le sostanze non lipidiche presenti sulla superficie epidermica.
L’NMF è una miscela di sostanze idrosolubili e igroscopiche in grado di legare e trattenere l’acqua nello strato corneo e nel film idrolipidico superficiale, fissando anche parte dell’umidità ambientale a contatto con la pelle.
L’NMF è costituito da acqua, sali minerali, amminoacidi, altre sostanze azotate presenti nel sudore, come urea e ammoniaca, zuccheri e acidi organici (acido lattico, acido citrico, ecc.)
Alterazioni del Film Idrolipidico
I lipidi del mantello acido contribuiscono alle normali funzioni cutanee e al mantenimento di una pelle sana.
L’alterazione della funzione barriera del film idrolipidico è in genere la causa più significativa della perdita di umidità dalla pelle, con conseguente comparsa di pelle secca e segni associati (screpolature, ruvidità, desquamazione ecc.)
Oltre all’età e alla predisposizione genetica, fattori esterni possono provocare stati più o meno accentuati di disidratazione cutanea.
I principali fattori di disidratazione sono:
- di tipo chimico (ad esempio, l’azione solvente e delipidizzante legata all’applicazione ripetuta di tensioattivi)
- legati ad aggressioni climatiche e ambientali: vento, freddo e umidità relativa all’ambiente.
Ripristino del Film Idrolipidico
Nella maggior parte dei casi, i prodotti per i quali si è osservata e descritta un’efficacia clinica contro la pelle secca e i disturbi associati, sono quelli caratterizzati da un’attività diretta nei confronti dello strato corneo (lo strato più superficiale della pelle) e del film idrolipidico cutaneo.
I cosmetici idratanti agiscono localmente apportando ingredienti:
- umettanti: sono agenti umidificanti con attività igroscopica, come il glicerolo, il sorbitolo o l’acido ialuronico a basso peso molecolare, in grado di captare e trattenere l’acqua, aumentando così lo stato di idratazione epidermica;
- emollienti: sono agenti filmogeni od occlusivi, come vaselina, olio di paraffina, oli vegetali (olio di avocado, burro di karité), vitamina E acetato, che riducono la perdita di acqua dallo stato cutaneo;
- restitutivi: sono attivi in grado di ripristinare il cemento lipidico o i lipidi di superficie attraverso l’utilizzo di lipidi molto simili a quelli presenti nella cute, come le ceramidi, lo spermaceti, l’acido miristico e il cetyl palmitate.
Alcuni complessi cosmetici mirano a ottenere una composizione analoga all’NMF (in realtà estremamente complessa e difficile da stabilire).
Queste miscele, dette NMF ricostruiti, contengono attivi come piroglutamato sodico, lattato sodico, urea, idrolizzati proteici (collagenici o cheratinici), miscele di aminoacidi ricostruite, collagene nativo solubile, e saccaridi.