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Cos’è la Ialuronidasi?
Il termine ialuronidasi identifica una classe di differenti enzimi in grado di degradare alcuni componenti della matrice extracellulare, come l’acido ialuronico, la condroitina e i condroiditin solfati.
Quando le ialuronidasi attaccano e degradano questi glicosaminoglicani, la pelle perde struttura e compattezza, aumentando la propria permeabilità. Di conseguenza, risulta maggiormente esposta a infezioni, infiammazioni e reazioni allergiche.
Pertanto, inibire l’azione delle ialuronidasi aiuta a ridurre l’infiammazione cutanea e promuove la guarigione della pelle 1.
A Cosa Serve?
Gestione dei farmaci iniettabili
La naturale attività idrolitica della ialuronidasi viene sfruttata da numerosi microrganismi patogeni, i quali, al fine di penetrare agevolmente le strutture dell’ospite, hanno ottimizzato l’espressione di questo enzima.
In ambito clinico, il primo utilizzo di questo enzima risale al 1928, quando la ialuronidasi venne utilizzata per facilitare la penetrazione sottocutanea di vaccini e vari farmaci, migliorandone così l’attività preventiva.
Sulla scia dei primi studi, la ialuronidasi viene attualmente impiegata come carrier di numerosi principi attivi, facilitandone la penetrazione sottocutanea e riducendo così il ricorso alla somministrazione endovenosa.
Esempi di farmaci attuali utilizzati in combinazione con la ialuronidasi includono, ma non sono limitati a 1:
- insulina nel diabete,
- interferoni beta nella sclerosi multipla,
- bioterapici nell’artrite reumatoide,
- terapia sostitutiva con immunoglobuline nelle immunodeficienze primarie,
- anticorpi monoclonali nel trattamento del cancro.
Reversibilità dei Filler all’Acido Ialuronico
Con la crescente popolarità dei filler all’acido ialuronico, la ialuronidasi è diventata un farmaco essenziale per la correzione delle complicanze e dei risultati insoddisfacenti di questi trattamenti 2.
La reazione di un filler alla ialuronidasi dipende dalla concentrazione di acido ialuronico, dal numero di legami crociati (reticolazione) e dalla forma del filler.
Poiché la ialuronidasi viene rapidamente degradata e disattivata nel plasma, nel fegato e nei reni, è necessario iniettarla in quantità sufficienti vicino al filler o al suo interno.
Se per errore il filler viene posizionato all’interno di un vaso sanguigno, è sufficiente iniettare la ialuronidasi in prossimità del vaso, invece che nel filler stesso 2.
Altri Impieghi
Inoltre, la ialuronidasi può essere utilizzata per aumentare il riassorbimento degli ematomi e promuovere l’assorbimento dei mezzi di contrasto nell’angiografia delle vie urinarie (urografia con iniezione sottocutanea del mezzo di contrasto) 2.
Sono anche tati condotti studi iniettando ialuronidasi umana ricombinante pegilata (PEGPH20) direttamente in un tumore, tentando di degradare l’acido ialuronico locale e migliorare la consegna dell’agente citotossico 1.
Usi in ambito Estetico-Dermatologico
Premesse
I massimi esperti di medicina antiaging hanno cercato di comprendere a pieno i complessi meccanismi di rinnovamento della matrice extracellulare e il ruolo dell’enzima ialuronidasi nel turnover di queste strutture.
I primi lavori dimostrarono come nelle fasi di neodeposizione di collagene e glicosaminoglicani si osservi un incremento, sia plasmatico che locale, di una serie di piccole molecole in grado di inibire gli enzimi degradativi metallo proteinasi e ialuronidasi.
Questi inibitori delle ialuronidasi, quindi, sembrano sostenere la riparazione e il ringiovanimento della matrice extracellulare, contribuendo all’aumento locale di fibre collagene e glicosaminoglicani, e donando alla cute un aspetto più compatto e lucente.
Le suddette osservazioni hanno aperto le porte alla sperimentazione degli inibitori della ialuronidasi come sistema antiaging.
Impieghi Medico-Estetici
Considerando la fisiologica attività della ialuronidasi, questo enzima rientra attualmente tra le metodiche impiegate in ambito medico-estetico-dermatologico.
Più precisamente, le iniezioni intradermiche di ialuronidasi vengono utilizzate:
- per la correzione di eventuali errori commessi dal medico relativamente all’utilizzo di filler a base di acido ialuronico;
- per la riduzione rapida di edemi ed evoluzioni flogistiche, ad esempio in seguito a eventi traumatici;
- per il trattamento della cellulite in mesoterapia insieme ad altri farmaci.
Di conseguenza, l’uso della ialuronidasi rappresenta:
- un rimedio nei confronti di alcuni trattamenti di medicina estetica andati a cattivo fine;
- un sistema in grado di ottimizzare il rilascio locale di alcuni farmaci;
- un trattamento estetico dotato di finalità proprie.
Possibili Effetti Collaterali
Il progresso della tecnica ha consentito il passaggio dall’utilizzo di una Ialuronidasi estrattiva, con tutti i limiti igienico-sanitari e contaminativi del caso, a una forma ricombinante, pura dal punto di vista microbiologico e sicura dal punto di vista clinico.
Le reazioni allergiche rimangono comunque un effetto collaterale relativamente comune delle iniezioni di ialuronidasi (con un’incidenza compresa tra lo 0,05% e lo 0,69%) 3, 4.
Queste reazioni allergiche sono prevalentemente locali, ma in casi rari possono verificarsi reazioni sistemiche 5.
Poiché le risposte allergiche alla ialuronidasi sono per la maggior parte reazioni di ipersensibilità immediata, si consigliano test cutanei prima dell’uso. Tuttavia, alcuni pazienti manifestano reazioni allergiche ritardate, che i test cutanei potrebbero non prevedere 5.
Oltre alle reazioni allergiche, gli effetti avversi più frequentemente riscontrati all’iniezione di ialuronidasi sono reazioni al sito di iniezione, mal di testa, affaticamento, nausea e febbre 6.
Tra i gravi effetti collaterali, oltre all’anafilassi, si segnala un aumentato rischio di iperviscosità e tromboembolia. I fattori di rischio per la precipitazione della trombosi sono condizioni di ipercoagulabilità, immobilizzazione prolungata, età avanzata e malattie cardiovascolari.
Per prevenire queste reazioni avverse, è essenziale che il paziente sia ben idratato prima di somministrare la dose 6.
È necessaria cautela quando si somministra ialuronidasi a pazienti con un rischio aumentato di trombosi.
Inibizione della ialuronidasi
Mentre l’uso intradermico di ialuronidasi si rivela importante nel correggere alcuni errori medici e nel controllare particolari eventi flogistici, in medicina anti-aging l’inibizione dello stesso enzima ha assunto un ruolo chiave nella gestione dell’invecchiamento cutaneo.
Il razionale alla base di questo tentativo è rappresentato dalla possibilità di bloccare la degradazione endogena di acido ialuronico.
Circa la metà dell’acido ialuronico nel corpo è presente nella pelle, dove si lega all’acqua per aiutare a trattenere l’umidità 6. Tuttavia, il naturale processo di invecchiamento e l’esposizione a fattori come le radiazioni ultraviolette del sole, il fumo di tabacco e l’inquinamento possono ridurre le sue quantità nella pelle 7, 8.
La carenza di acido ialuronico si accompagna ad alcuni tipici inestetismi cutanei come:
- perdita di lucentezza cutanea;
- perdita dei normali livelli di idratazione;
- comparsa di solchi e rughe.
Come aumentare la sintesi di acido ialuronico
L’ingestione di acido ialuronico può migliorare il contenuto di umidità della pelle e ridurre i sintomi e i segni dell’invecchiamento cutaneo 82, 83.
L’assunzione di integratori di acido ialuronico a dosi di 120-240 mg al giorno per almeno un mese ha infatti dimostrato di poter aumentare i livelli di acido ialuronico nella pelle, migliorando significativamente l’idratazione e l’elasticità cutanea, e riducendo le rughe e i problemi di pelle secca 9, 10, 11, 12.
Come ridurre la degradazione di acido ialuronico
Negli ultimi anni si è dato impulso anche alla ricerca di costituenti naturali in grado di inibire l’enzima ialuronidasi, proteggendo così la matrice dalla proteolisi indotta da questo enzima.
Gli importanti sforzi compiuti in questo settore hanno consentito di individuare alcuni inibitori della ialuronidasi, spesso attivi anche nei confronti delle metalloproteinasi (che degradano il collagene) e dell’elastasi (che degrada l’elastina).
Gli inibitori noti della ialuronidasi includono agenti antinfiammatori (p. es. indometacina, desametasone e salicilati), antistaminici, stabilizzatori dei mastociti, eparina, vitamina C, dicumarene e mezzi di contrasto radiografici 4, 13.
A questi si aggiungono numerosi composti vegetali, come
- i flavonoidi come la quercetina: ampiamente diffusi negli alimenti di origine vegetale e nei rimedi erboristici;
- alcuni tannini presenti nella pianta Hydrangea e in altre piante della stessa famiglia;
- la curcumina: pigmento di colore giallo-arancio estratto dalla Curcuma Longa e utilizzato anche con altre finalità di tipo terapeutico-preventivo;
- i principi attivi estratti dalla centella asiatica, dotati tra l’altro di una importante attività decongestionante e antinfiammatoria;
- l’echinacea, che in sinergia con la centella asiatica contribuisce a ridurre l’infiammazione e favorisce la guarigione delle ferite della pelle;
- la glicirizzina, principio attivo della liquirizia, classicamente utilizzato come antinfiammatorio, tonificante e depurativo.
Uno studio elenca tra gli inibitori naturali della ialuronidasi il polline d’ape e i fitocostituenti delle specie Chamaerhodos erecta, Chamaerhodos altaica, Lythrum salicaria L., Dracocephalum foetidum, Daphne oleoides subsp. Kurdica, Colocasia esculenta (L.) Shott, Fabiana bryoides Phil., Fabiana punensis A.C. Arroyo, Fabiana densa J. Rèmy, Fabiana patagonica Speg., Gaultheria procumbens L., Oenothera biennis L., Oenothera paradoxa L., Canavalia gladiata DC, Glycine max L. Merrill e Payena dasyphylla 1.