Rimodellamento Dermico – Cos’è? Esecuzione e Risultati

Introduzione

E’ noto come l’invecchiamento cutaneo si associ ad una serie di importanti cambiamenti strutturali, e purtroppo funzionali, sia a carico dell’epidermide che del sottostante derma.
Il continuo sfaldamento dello strato corneo, la progressiva compromissione del film lipidico superficiale, la graduale degenerazione delle fibre collagene nel derma, l’inesorabile appiattimento del derma e la perdita del normale stato di idratazione cutanea, rappresentano alcune delle manifestazioni dermatologiche associate all’invecchiamento.
Le stesse variazioni si associano evidentemente alla comparsa di inestetismi cutanei, come rughe, solchi, discromie e segni del photoaging.
In questo contesto si inserisce il rimodellamento dermico, inteso come insieme di tecniche orientate a controllare l’invecchiamento attinico, attraverso la stimolazione biologica non invasiva delle fibre collagene, quindi senza ledere il superficiale strato corneo.

Il principio biologico della tecnica

Alla base della tecnica di rimodellamento dermico vi è un principio fisico fondamentale, rappresentato dal calore.
Infatti, l’induzione di uno stimolo termico a livello del derma superficiale e medio, attraverso l’ausilio di specifiche tecniche che verranno successivamente descritte, induce una serie di eventi biologici in grado di rimodellare il derma.
Più precisamente, questo stimolo termico determinerebbe lo sviluppo di una reazione infiammatoria localizzata, con conseguente stimolazione dei fibroblasti e ripresa strutturale e funzionale del derma.
Inoltre, lo stesso stimolo termico indurrebbe delle modificazioni strutturali agli eventuali aggregati molecolari di collagene presenti nella matrice extracellulare, riorganizzando adeguatamente la struttura.
Il tutto, oltre a rifornire il derma di fibre collagene, determinerebbe anche un netto miglioramento della normale funzione vascolare, in particolare del microcircolo cutaneo, nutrendo così adeguatamente le medesime strutture.

I trattamenti

Oramai da diversi anni, in ambito dermatologico e cosmetologico-medico si utilizzano alcune tecniche efficaci nell’indurre un rimodellamento dermico.
Tra le più studiate ed efficaci si ricordano:

• il laser, caratterizzato da semplicità e sicurezza d’intervento, nonché da una buona efficacia rappresentata soprattutto dal miglioramento delle strutture dermiche, sia di tipo collagenico che elastico.
• Le lampade a luce intensa pulsata, costituite da generatori di infrarossi efficaci nel rimodellare il derma anche più profondo, senza ledere la superficiale epidermide.
• La radiofrequenza, in grado di sfruttare la differente conducibilità dei tessuti, così da garantire un effetto di rimodellamento altamente selettivo. Nonostante le buone evidenze, rimangono ancora alcune criticità legate per lo più agli immediati effetti post-seduta a carico dell’epidermide trattata.
• Gli ultrasuoni focalizzati ad alta intensità, in grado di garantire, anche con una certa sicurezza d’impiego, un netto miglioramento istologico ed estetico del derma, contraddistinto da un’aumentata sintesi di collagene e fibre elastiche.
• Metodiche combinate rappresentate da luce e radiofrequenza, in grado di ridurre gli effetti collaterali delle singole attività, potenziandone al contempo l’efficacia biologica.

Esiti post-trattamento

Per quanto le suddette tecniche risultino oramai ben caratterizzate e generalmente prive di effetti collaterali clinicamente rilevanti, talvolta, soprattutto per le pelli più sensibili, la seduta potrebbe determinare la comparsa di reazioni locali quali :

• eritema;
• rossore;
• edema;
• prurito.

Per questo motivo, sarebbe opportuno procedere ad un’attenta anamnesi, soprattutto di natura dermatologica, prima di procedere al trattamento.
Le pelli più sensibili, infatti, risultano evidentemente più esposte agli effetti collaterali.

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Efficacia

Tutte le tecniche precedentemente descritte hanno dimostrato una buona efficacia, migliorando sensibilmente la qualità della cute.
I risultati, caratterizzati anche a livello istologico, dimostrerebbero non solo un sensibile incremento del numero di fibre collagene ed elastiche, ma anche un netto miglioramento della distribuzione  e dell’organizzazione fisica delle stesse.

Bibliografia