INDICE ARTICOLO
Che Cos’è
SPF è l’acronico di Sun Protection Factor, ovvero Fattore di Protezione Solare.
Si tratta di un parametro numerico che esprime l’efficacia protettiva di un filtro solare in una scala da 1 a 50.
Ad esempio, un SPF di 30 permette di sopportare una quantità di energia solare 30 volte superiore a quella che causerebbe una scottatura se la pelle non fosse protetta.
Similmente, un SPF di 50 fa sì che la pelle resista a una dose di raggi solari fino a 50 volte maggiore senza scottarsi.
Più alto è il valore di SPF, più alta è la protezione solare.
In altri termini un SPF 30 riduce di 30 volte la probabilità di essere danneggiati dal sole (1/30 = 3,3% di possibilità); similmente un SPF 50 riduce di 50 volte la probabilità di essere danneggiati dal sole (1/50 = 2% di possibilità);
NOTA
Il fattore di protezione solare (SPF) si riferisce unicamente alla protezione dai raggi UVB.
Per quanto riguarda gli UVA, si utilizzano metodi concettualmente simili per misurare la forza protettiva di un solare (ad es. metodo PPD e metodo IPD). Tali metodi sono approvati dalla Comunità Europea, che ne richiede l’esecuzione prima di autorizzare l’immissione in commercio di un prodotto solare.
In presenza di una reale capacità protettiva anti UVA, l’etichetta del cosmetico dovrebbe indicare l’entità dell’indice di protezione UVA (IPD o PPD) o quantomeno dovrebbe riportare la dicitura "Broad Spectrum".
Tipo di radiazione solare | Benefici | Rischi da Eccesso |
Raggi ultravioletti A (UVA) |
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Raggi ultravioletti B (UVB) |
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Luce visibile |
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Raggi infrarossi |
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In breve:
- I raggi UVA sono detti anche raggi dell’invecchiamento, perché causano rughe e macchie della pelle.
- I raggi UVB sono detti anche raggi delle scottature, perché ne sono la causa primaria.
Uno studio su donne caucasiche (razza bianca) ha concluso che l’esposizione ai raggi UV può essere responsabile dell’80% dei segni visibili dell’invecchiamento del viso. I segni dell’invecchiamento visibile sulla pelle possono includere rughe, ridotta elasticità, pigmentazione e perdita di tono 1.
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Storia
L’origine dell’SPF è da rintracciare negli anni addietro, in particolare nei primi decenni del 1900, quando fu introdotto per la prima volta il concetto di minima dose eritematosa (MED), utilizzando le vecchie lampade a mercurio.
Per MED si intendeva il minor dosaggio di UV o il tempo strettamente necessario a indurre un eritema (arrossamento) percettibile su una cute non protetta.
Nel tempo, questo fattore ha trovato una sua identità precisa, venendo definito dapprima come Schulze Factor e solo nel 1974 finalmente come Sun Protection Factor (SPF).
Alla base della determinazione dell’SPF vi era sempre l’iniziale principio, ossia il calcolo dei tempi o delle dosi di UV necessari a indurre un eritema nella zona esposta.
Solo alla fine degli anni 70 l’FDA standardizzò questo valore definendolo come il rapporto tra il MED della zona esposta e protetta (2 mg/cm2) e quello della zona esposta agli UV ma non protetta. Infatti per determinare l’SPF di un prodotto, la cute trattata e non con il fattore di protezione veniva esposta ai raggi UV registrando i tempi necessari a indurre un eritema.
Da quel momento numerose altre revisioni sono state presentate, mantenendo tuttavia il medesimo concetto di fondo.
Limiti
Nonostante si tratti di un parametro ormai ampiamente permeato nella normale routine cosmetologica e dermatologica, alla base del calcolo e della definizione del SPF vi sono ancora dei limiti sperimentali, difficili da controllare.
Fattori come:
- la specifica quantità di prodotto utilizzato e la superficie dell’area trattata
- la resistenza all’acqua del solare
- la differente sorgente di raggi UV
- le enormi variabilità interindividuali
- i metodi di lettura della minima dose eritematosa
rappresentano alcuni dei limiti procedurali attualmente presenti nella definizione del SPF.
Importanza della Quantità di Prodotto Solare
L’efficacia schermante espressa dal SPF presuppone che la pelle venga ricoperta da una quantità ben precisa di prodotto, che è di 2 mg per centimetro quadrato.
Se la quantità applicata è inferiore lo sarà anche la protezione solare.
Per il corpo di un adulto medio la quantità di 2 mg/cm2 equivale a circa 35-45 grammi di prodotto solare (o 6 cucchiaini di te o il volume contenuto in un bicchierino da liquore).
Quanto Dura la Protezione?
L’effetto del solare ha una durata limitata.
Uno studio condotto su un comune solare ha evidenziato una perdita d’efficacia di circa il 40% in 4 ore e di oltre il 50% dopo 8 ore.
È quindi importante riapplicare il solare ogni 2 ore, così come dopo docce, nuoto o cospicua sudorazione.
Si raccomanda di applicare il solare 15-30 minuti prima dell’esposizione al sole.
Grado di protezione
In base ai vari calcoli precedentemente descritti, esistono oggi dei valori numerici che definiscono il grado di protezione di un filtro solare.
Più precisamente, vengono oggi riconosciuti fattori di protezione solare compresi da 6 (basso fattore di protezione) a 50+ (massimo fattore di protezione), suddivisi in categorie.
Più sinteticamente:
- SPF 50+ offre una protezione molto alta, riducendo sensibilmente i rischi di scottature ed evidentemente anche il potere abbronzante; sono ideali per pelli sensibili, per proteggere zone delicate e per il fototipo I
- SPF 30 offre una protezione elevata, riducendo il rischio di scottature;
- SPF 15 offre una protezione media, indicata soprattutto per i fototipi IV e V;
- SPF 6 offre una protezione bassa.
Come scegliere l’SPF adeguato
La scelta del filtro solare con adeguato SPF è di fondamentale importanza per prevenire le complicanze associate all’eccessiva e inadeguata esposizione alle radiazioni ultraviolette.
Per questo motivo, soprattutto nelle prime fasi di esposizione al sole, sarebbe opportuno consultare personale esperto, che possa suggerire l’adeguato filtro solare.
Generalmente, il fattore di protezione solare del filtro andrebbe definito in base:
- al fototipo;
- all’eventuale presenza di patologie dermatologiche;
- alla sensibilità cutanea;
- ai tempi di esposizione al sole;
- alle regioni e alle località in cui ci si espone al sole;
- al grado di idratazione cutanea e abbronzatura.
Evidentemente si dovrà aggiungere alle suddette precauzioni anche l’eventuale presenza di ipersensibilità ai componenti del prodotto.
La tabella sottostante è puramente indicativa e ha lo scopo di fornire indicazioni di massima sui diversi fattori di protezione consigliati in base al tipo di pelle.
Fototipo | Livello di Protezione | Indice di Protezione | ||
UVB | UVA | |||
SPF | PPD | IPD | ||
1 (Intollerante al Sole) | Massimo | > 40 | > 15 | > 50 |
2 (Chiaro) | Alto | > 20 | > 8 | > 25 |
3 (Medio) | Medio | > 15 | > 5 | > 12 |
4 (Scuro) | Medio/Basso | >10 | > 5 | > 12 |
5 (Molto Scuro) | Basso | > 5 | > 5 | > 12 |
Oltre a indossare la protezione solare, esistono altre accortezze da adottare per proteggersi dal sole:
- Evitare il sole dalle 10 alle 15, quando i raggi UV sono i più forti
- Indossare occhiali da sole che filtrano la luce UV
- Indossare indumenti protettivi, come pantaloni lunghi, camicie a maniche lunghe e un cappello a tesa larga.
Bibliografia
- Sunscreens in the United States: current status and future outlook. Jou PC, Tomecki KJ. Adv Exp Med Biol. 2014;810:464-84
- Sunscreens. Bens G. Adv Exp Med Biol. 2014;810:429-63
- Is the Global Solar UV Index an effective instrument for promoting sun protection? A systematic review. Italia N, Rehfuess EA. Health Educ Res. 2012 Apr;27(2):200-13
- Assessment of In vitro Sun Protection Factor of Calendula Officinalis L. (Asteraceae) Essential Oil Formulation. Mishra A, Mishra A, Chattopadhyay P. J Young Pharm. 2012 Jan;4(1):17-21
- An Bras Dermatol. 2011 May-Jun;86(3):507-15. Sun protection factor: meaning and controversies. Schalka S1, Reis VM.